Didattica integrata

Orientamento e didattica integrata

FORMAZIONE PROFESSIONALE

Il fatto di essere struttura dell’Università ripropone anche per il CeDoc la “filosofia” che sottende e specifica l’istituzione universitaria, e che punta sull’intima e imprescindibile relazione fra ricerca e didattica. Questo basta a spiegare la previsione di un’area di attività espressamente destinata alla «formazione».
Tuttavia, la natura del CeDoc, come centro universitario di ricerca la cui mission è rivolta allo sviluppo locale, impone per quest’area sia confini più ristretti e definiti rispetto all’offerta formativa universitaria sia il fatto di svilupparsi su più direttrici. Per quanto riguarda il primo profilo, i contenuti delle attività trovano giustificazione nell’obiettivo del ritorno applicativo, in termini di sviluppo locale, delle attività di ricerca del Centro.
In tal senso, le iniziative formative dell’area sono trasversali e di supporto a tutte le aree di attività del CeDoc. Relativamente al secondo profilo, invece, l’area è attiva in due grandi direttrici, costituite dall’Orientamento, da un lato, e dalla Formazione e dall’aggiornamento professionale, dall’altro.

Entrambe sono intese nella loro accezione usuale. Riguardo alla prima direttrice, il termine “orientamento” è riferito alla via di «traghettamento» che conduce i giovani dal mondo degli studi al mondo del lavoro, e riguarda, in modo particolare, l’individuazione dei «percorsi virtuosi» dove attitudini ed interessi personali possano coniugarsi con le opportunità dell’offerta formativa in vista dell’inserimento lavorativo. Riguardo alla seconda direttrice, invece, il contesto della formazione e aggiornamento professionale fa solitamente riferimento a chi, già occupato, intende migliorare la propria posizione in vista di possibili occasioni di mobilità sia orizzontale sia verticale, e con lo sguardo rivolto
a tutti i settori economici, pubblici e privati, del lavoro sia autonomo sia dipendente. Il punto di congiunzione delle due direttrici di intervento è rappresentato dalla valorizzazione del capitale umano. Agli individui − riconosciuti come potenziale risorsa capace di creare quel valore aggiunto indispensabile a consentire all’impresa, pubblica o privata che sia, il
“salto di qualità” necessario ad avere successo nel mercato − sono indirizzate, così, le più delicate strategie organizzative, attente non soltanto alla dimensione strutturale del successo competitivo dell’azienda (lungo la filiera selezione – formazione – aggiornamento), ma anche alla dimensione funzionale (immateriale) che guarda al «benessere organizzativo», alle condizioni ambientali favorevoli all’integrazione, alla motivazione, alla partecipazione, ecc.