Inclusione sociale

Società Differenziata e Percorsi di Inclusione

ECONOMIA SOCIALE

Un particolare versante dello sviluppo economico è quello che guarda alle imprese come occasione di sostenibilità sociale. Qui si colloca il tema della cosiddetta «economia sociale», e in modo particolare della Responsabilità
Sociale d’impresa (Corporate Social Responsability). Molteplici
 sono le sue declinazioni: nel campo sia delle imprese di produzione
di beni e servizi sia in quello delle imprese di distribuzione (il cosiddetto 
«consumo responsabile») sia in quello delle amministrazioni pubbliche.
 Sotto questo duplice profilo tematico, l’attenzione è rivolta principalmente 
ad aspetti di ordine culturale, socio-economico ed ambientale. 
La realizzazione delle iniziative – con possibilità di interventi su processi
 organizzativi – coinvolge il tessuto organizzativo imprenditoriale, gli enti 
istituzionali e la comunità locale di riferimento.

PARI OPPORTUNITA'

Un’area su cui è fortemente impegnato il CeDoc  riguarda la diffusione della cultura delle "pari opportunità", declinato in particolare nell’ottica delle differenze di genere. L’obiettivo – nel pieno accoglimento del principio del mainstreaming  – è di individuare e promuovere tutte le forme e misure utili a realizzare la piena parità. In un’ottica più generale, la stessa cultura delle pari opportunità può e deve riguardare tutte quelle si tuazioni di cleavages , sociali, generazionali, economiche e politiche, che attraversano le società complesse. In questa prospettiva si collocano gli ulteriori campi di attività dell’area, dedicati in modo particolare ai temi sia del dialogo sociale  sia della cosiddetta società dei consumi  e degli stili di vita.

MARGINALITA' SOCIALE

Il concetto di "marginalità sociale" – nella sua accezione più recente, e che ne mette in evidenza il carattere processuale e multi-dimensionale – si riferisce al grado di integrazione rispetto al sistema di un individuo o di un gruppo sociale, rinviando al concetto parallelo di esclusione/inclusione sociale. Sono considerati in condizioni di marginalità coloro che occupano una posizione periferica rispetto al sistema sociale in
termini di difficoltà o mancato accesso alle risorse economiche, culturali, sociali, o coloro che sperimentano in generale una condizione di sradicamento e di incertezza, anche se non necessariamente caratterizzata da povertà di risorse.
Con queste premesse, l’attenzione dell’area denominata "Marginalità Sociale. – dedicata alla dimensione soggettiva e culturale della marginalità, più che ai fattori di natura strutturale ed economica – è rivolta, in particolare, a tre ambiti specifici, tutti indagati sotto il profilo sia soggettivo sia delle policy  poste in essere dalle istituzioni pubbliche e private.
In primo luogo, l’ambito dello svantaggio sociale, in cui rientrano tutti quegli individui – ad esempio disoccupati, immigrati, persone che vivono in quartieri periferici – che, per ragioni legate al contesto o a particolari percorsi esistenziali, vivono una condizione di svantaggio nell’accesso alle risorse rispetto agli altri individui di una stessa comunità.
Il secondo ambito di interesse è, poi, quello del disagio e della devianza, in cui rientra un’ampia gamma di condotte o modalità d’azione che vanno dalla micro-delinquenza alla tossicodipendenza, all’adozione di comportamenti violenti da parte di adolescenti (fra cui il bullismo).

IMMIGRAZIONE

La complessità delle società avanzate comporta un’"offerta" tanto vasta e differenziata di modelli culturali, stili di vita, credo religiosi, occasioni  lavorative, percorsi professionali, opportunità formative, che spesso si creano situazioni ambivalenti, contraddittorie e di permanente irresolutezza.Le cause e, al tempo stesso, gli effetti di tale complessità si rinvengono nei numerosi campi che definiscono le differenziazioni sociali: quella degli immigrati appartenenti a diverse etnie, quella di genere, quelle socio-economiche, quelle generazionali, ecc.
I bisogni emergenti e i nuovi servizi richiesti sollecitano la riflessione su temi quali la tutela dei diritti individuali fondamentali, l’inclusione nella società e nel mondo del lavoro, l’accesso ai servizi, la convivenza tra individui e gruppi portatori di diverse visioni del mondo. Al tempo stesso, essi sollecitano anche le istituzioni pubbliche verso la ricerca e l’elaborazione di politiche pubbliche ad hoc.
Per quanto riguarda i processi migratori e le politiche di integrazione degli stranieri, nel quadro delle indicazioni che provengono dalle politiche di coesione dell’UE, proprio la Sicilia – posta geograficamente al centro dei flussi migratori che attraversano il bacino del Mediterraneo – si configura come naturale laboratorio per la definizione di modelli di coabitazione capaci di costruire nuovi scenari di integrazione. Il presupposto è quello di considerare la pluralit. dei modelli culturali conseguente alla presenza di diversi gruppi etnici, presenza intesa non più come vincolo bensì come risorsa delle società complesse. Ciò spinge l’interesse di studio a monte, verso la piena conoscenza delle determinanti della pluralità culturale, e a valle, verso l’individuazione ed implementazione di dispositivi,
servizi, occasioni in grado di favorire l’integrazione.

DISPERSIONE SCOLASTICA

Altro ambito d’interesse, infine, è quello della dispersione scolastica, ovvero quello della diffusione di fenomeni di abbandono e di discontinuità nella frequenza scolastica, e che costituisce, allo stesso tempo, indicatore di disagio sociale, ma anche produttore di marginalità ed esclusione sociale.